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Piazza Archimede, dedicata ad uno dei figli più illustri di Siracusa, è la seconda piazza più importante di Ortigia, grazie anche alla sua posizione nodale all’interno del centro storico. In epoca greca, pur non essendo piazza, era uno degli incroci principali formato dal decumano maggiore (via Dione-via Roma) e dal decumano minore (via Maestranza-via Amalfitania). Topograficamente rappresenta l’incrocio principale di importanti vie e il centro sul quale si affacciano alcuni dei principali palazzi dell’isola.

La piazza, di forma trapezoidale, ha assunto l’attuale aspetto in epoca recente tra il 1872 e il 1878: con la demolizione della chiesa di Sant’Andrea e successivamente di quella di San Giacomo viene dato l’avvio ad una serie di operazioni edilizie ritenute necessarie per l’apertura di una nuova piazza cittadina. Nell’area vuota viene inserita la fontana di Diana, opera scultorea in cemento armato, realizzata da Giulio Moschetti nel 1906. La posizione della statua, raffigurante la dea rivolta verso via Maestranza, rispecchia ancora l’antica importanza della via come zona di accesso alla piazza. Tra il 1934 e il 1936, in piena epoca fascista, viene attuato il più importante e decisivo sventramento del tessuto urbano medievale per aprire la nuova Via del Littorio (oggi Corso Matteotti). Nello stesso periodo viene anche abbattuta la Caserma Vecchia che consente di ripotare alla luce il Tempio di Apollo.

I palazzi che si affacciano sulla piazza riassumono tutta la storia dell’isola, dal Medioevo ai nostri giorni. Arrivando da Corso Matteotti, partendo da sinistra e procedendo in senso orario, incontriamo il Palazzo del Banco di Sicilia, sorto nel 1928 su progetto di Salvatore Caronia, caratterizzato da un portale incorniciato da semi colonne bugnate e da un secondo ordine scandito da paraste ioniche.
A seguire, adiacente alla Via Dione vi è il Palazzo Pupillo, realizzato nella seconda metà del ‘700 in forme tardobarocche, con il prospetto leggermente convesso, irregolare rispetto all’asse stradale via Roma-via Dione. Il prospetto del palazzo presenta cinque portali arcuati sovrastati da altrettanti balconi di cui quello centrale sormontato da un timpano spezzato, mentre gli altri quattro possiedono timpani semicircolari e triangolari. Sopra vi è un’ultima fila di cinque balconi di cui quello centrale sormontato da un timpano semicircolare mentre gli altri possiedono un mensolone recante bassorilievi geometrici. Il palazzo è coronato da una bella trabeazione merlata.
Accanto al Palazzo Pupillo si trova il Palazzo dell’Ex Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele, sorto nell’area occupata fino agli anni ‘50 da Palazzo Corvaia e Palazzo Zumbo. Il primo, opera di Giovanni Vermexio del 1628, venne danneggiato in modo irreparabile dall’incursione aerea alleata la notte del 15 Febbraio 1942. Il secondo, che inglobava strutture architettoniche quattrocentesche, fu abbattuto nell’autunno 1957 per far luogo al nuovo edificio progettato dall’architetto Gaetano Rapisardi con la consulenza tecnica dell’architetto Salvatore Caronia. La soluzione porticata del cantonale riprende il modello del distrutto edificio vermexiano.

L’incrocio tra via Maestranza e via Roma è caratterizzato dal prospetto angolare di palazzo Interlandi Pizzuti, realizzato nel 1910 in seguito allo smussamento dell’angolo che in origine lambiva l’area della piazza e che, a causa della difficile circolazione delle vetture, aveva subito notevoli danni. Si tratta di un palazzo barocco costruito nel XVIII secolo e arricchito successivamente con elementi in stile liberty. Il palazzo possiede due facciate, una in Piazza Archimede l’altra in Via Roma.

Le due facciate sono contraddistinte da una serie di arcate con chiave di volta liberty con decorazioni geometriche, nel mezzo delle quali vi sono i portali di ingresso.
Segue il Palazzo Gargallo, costruito in epoca seicentesca per volere della potente famiglia Gargallo (una delle più potenti di Siracusa insieme ai Bonanno, ai Landolina, agli Arezzo della Targia, agli Interlandi e ai Montalto). Questo palazzo venne danneggiato seriamente dal terremoto del 1693 e restaurato una prima volta nei primi anni del ‘700 e una seconda volta nell’ultima metà dell’800 fino ad assumere l’aspetto attuale, con la ricca decorazione in stucco. A quel periodo risalgono i pregevoli affreschi delle volte, opera di Ernesto Bellandi. Della originaria struttura seicentesca restano le scuderie, dalle imponenti volte impiantate su robusti pilastri. Eleganti pilastri e trabeazioni merlate incorniciano le pareti esterne del palazzo. In questo palazzo il 25 settembre 1760 nacque Tommaso Gargallo.

Contiguo al Palazzo Gargallo si trova il Palazzo Lanza Bucceri, il più antico degli edifici rimasti in piedi presso la Piazza Archimede, in passato noto anche come ‘Palazzo Platamone’. È un palazzo sorto negli ultimi anni del 1300 ma presenta rifacimenti rinascimentali risalenti al 1400, e catalani risalenti al 1500-1600. La facciata, piuttosto sobria, è caratterizzata da un portale semplice di forma rettangolare e da finestre a bifora (alcune delle quali vistosamente rovinate). Il Palazzo presenta anche stupende decorazioni scultoree. Conserva ancora gli stemmi sui capitelli delle colonnine di chiara impostazione catalana, con una bifora che il vento e la pioggia hanno ricamato.
Posto tra l’angolo di piazza Archimede con via Amalfitania e contiguo al palazzo della Banca d’Italia, si trova il Palazzo Ex Casa Tarantello, entrambi gli edifici sono connessi tra di loro a partire dall’Ottocento e con il cortile interno in comune.

La filiale della Banca d’Italia occupa l’altra metà del fabbricato ottocentesco che anticamente identificato con il nome di ‘Casa dell’Orologio’, in quanto il Municipio nel 1882 vi aveva posto sul prospetto principale un orologio simile a quello che vi era nel campanile della chiesa di Sant’Andrea Apostolo. L’edificio, imponente e austero, ha origini quattrocentesche, dall’ampio cancello in ferro battuto si può scorgere la scala catalana a cielo scoperto con leone in posizione araldica e la bifora scandita da un’esile colonnina. La facciata attuale presenta un arco d’ingresso chiuso da una bella inferriata in ferro battuto, sovrastata da un bel balcone di pietra provvisto di un’apertura a triplice bifora (elemento architettonico di gusto rinascimentale rimasto inalterato).

Località: Piazza Archimede – Isola di Ortigia – Siracusa

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