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La Riserva Naturale Saline di Priolo

La Riserva Naturale Saline di Priolo e la migrazione dei fenicotteri rosa.

Le saline ricadono nel territorio del comune di Priolo Gargallo e tutela un’area di circa 55 ettari, proprio al centro di uno dei più vasti poli petrolchimici europei. E’ quindi una riserva naturale sorta tra le ciminiere, quasi a simboleggiare la rinascita di un territorio pesantemente trasformato da interventi umani e il suo bisogno di riqualificazione ambientale ed è anche un’importante area di sosta, nidificazione e svernamento per un elevato numero di uccelli (almeno 237 specie censite), quasi interamente migratorie. La Riserva è stata istituita nel dicembre del 2000 allo scopo di tutelare il sistema dei bacini di cui è costituita la salina che ospita estesi Phragmiteti e Salicornieti che, insieme alla zona umida, offrono particolare ricovero alla ricca avifauna migratoria e stanziale.

Un tempo, prima della nascita dell’impianto industriale la salina e l’habitat costiero a dune si estendevano per diversi chilometri, tra Priolo e Marina di Melilli, e la loro bellezza e il loro fascino furono cantati dai poeti romani Virgilio e Ovidio, dallo storico e militare ateniese Tucidide e dal geografo bizantino Stefano di Bisanzio. Negli ultimi 10 anni, l’area sta progressivamente ritornando agli antichi splendori e ha trasformato completamente il suo volto da zona industriale ad ‘Oasi più bella d’Italia’, riconoscimento arrivato nel 2008 al concorso vota “L’Oasi più Bella d’Italia” della associazione di birdwatching EBN Italia. Nelle Saline di Priolo e Penisola Magnisi difatti, sono state osservate quasi la metà delle specie ornitiche della Sicilia e circa il 40% di quelle osservate in Italia.

Le saline di Priolo
Le saline

Un numero enorme, soprattutto se messo in relazione con la limitata estenzione dell’area e la localizzazione nel cuore dell’area industriale.
Recentemente poi, la lieta notizia che l’area è stata interessata dalla nidificazione del fenicottero rosa. Un evento dall’importanza straordinaria – perchè mai avvenuto prima in Sicilia – che ha visto una colonia di circa 220 esemplari insediarsi negli anni scorsi, costruendo 50 nidi e deponendo almeno 41 uova. Un’altra buona occasione per visitare la riserva che comunque è aperta tutto l’anno e offre i suoi aspetti più interessanti con l’arrivo dell’autunno con l’arrivo dei primi migratori e fino a primavera, quando muniti di binocolo potremo ammirare i primi tentativi di volo degli uccellini oppure, all’interno dei capanni, osservare volatili provenienti da ogni parte d’Europa e Africa.
Flora – La riserva è interessata da una vegetazione tipica delle aree dunali e retrodunali, delle zone umide e della macchia mediterranea. Nelle zone sabbiose crescono il papavero delle sabbie, il fiordaliso delle spiagge e il giglio marino. Nelle zone umide troviamo fitte aggregazioni di cannuccia di palude mista a tamerice, mentre in prossimità delle sponde si sviluppa il salicornieto (canneto). Sui terreni più elevati e meno umidi si sono insediate diverse specie legnose quali l’enula viscosa e l’enula marittima che si alternano a fitti cespugli di giunco pungente. La vegetazione della macchia mediterranea è rappresentata da mirto, lentisco, euforbia arborea, olivastro, alloro, rovi, alaterno e asparago pungente. Al confine occidentale della riserva, in passato, sono state introdotte alcune specie non autoctone, a scopo ornamentale, per fissare le dune sabbiose o per creare barriere frangivento, tra cui il pino d’Aleppo, la casuarina, il Myrioporum e l’acacia insieme alle asteraceae autoctone.

I fenicotteri rosa
I fenicotteri rosa

Fauna

Come abbiamo già detto la riserva è un’area di sosta, nidificazione e svernamento per un elevato numero di specie di uccelli. Nel periodo estivo-autunnale l’area ospita il gambecchio, il piovanello, il piovanello pancianera, il corriere grosso, la pettegola, il piro piro boschereccio, il fratino, l’avocetta e la beccaccia di mare. Tra gli ardeidi l’airone cenerino, la garzetta e l’airone rosso.
Tra i laridi si registra la presenza della sterna maggiore e del gabbiani roseo. Notevole anche la presenza di fenicotteri rosa. Nel periodo invernale la riserva è sito di svernamento di numerose specie di anatidi come la moretta tabaccata, la volpoca, l’alzavola, il mestolone, il fischione, il tuffetto, il moriglione, lo svasso piccolo e occasionalmente il cigno reale. Significativa anche la presenza invernale della folaga, del piviere dorato e del chiurlo maggiore. Merita infine, una menzione il pollo sultano. Tra i mammiferi presenti si annoverano il riccio, la crocidura siciliana, il mustiolo, il topolino selvatico, il ratto nero, il coniglio selvatico, la volpe, la donnola e il rinolofo maggiore. Negli ambienti acquitrinosi della riserva sono stati osservati anfibi come il discoglosso dipinto e la rana verde. Tra i rettili meritano una menzione particolare la tartaruga palustre siciliana, la lucertola siciliana, il ramarro occidentale, il gongilo e il geco comune. Sono presenti anche diverse specie di serpenti tra cui il biacco, il colubro leopardino e la biscia dal collare.
Servizi e strutture – La sede della Riserva è dotata di bacheche didattiche divulgative e biblioteca naturalistica ben fornita a disposizione dei visitatori.
Strutture di ricezione pubblico e di fruizione della riserva, come capanni di osservazione e sentieri natura permettono di osservare tranquillamente e senza disturbare i volatili.
Gli operatori Lipu inoltre, sono sempre a disposizione dei visitatori per mostrare i vari aspetti naturalistici dell’area.
Molteplici le attività organizzate: escursioni guidate, numerose iniziative di educazione ambientale, in particolare nelle scuole elementari e medie, vigilanza, ricerche, censimenti e monitoraggio continuo della fauna e della flora della riserva e dell’area in genere.
La Riserva è aperta al pubblico tutto l’anno, tutti i giorni.
Per visita guidata contatteci

Come Arrivarci

Uscire da Siracusa dal viale Scala Greca in direzione Priolo Gargallo e proseguire sulla SP 55 seguendo le indicazioni per Saline di Priolo/Penisola Magnisi/Thapsos, costeggiare il mare verso penisola Magnisi sino all’ingresso principale della riserva che si trova dopo la centrale Enel.

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